LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Marco Galvagni
|
||||
Nella danza della brezza solco strade senza fine calco i passi delle foglie le nuvole occultano la tua ombra specchiata nella tua immagine; aculei di timore irrompono nella notte.
Sono palpebre per non vedere chiudo le ciglia per non piangere. Dove sono le tue mani e le carezze? Dovo sono i capricci di futuri giorni rosati? Tutto da afferrare graffiando a smorzare ricordi di gelide notti.
Le aurore t’amo, ho le notti nelle vene. Mi fido delle tenebre per indovinare mi conferiscono il potere di avvolgerti, di scuoterti di desiderio, il potere di rivelarti di afferrarti, di prenderti nei sogni.
Scorgo di fronte profondi occhi ascolto parole che seppi ispirate condivido l’amore che m’ignora s’accende il mio cuore, la necessità d’amare. Ma reclino il capo per pascere la pena mortale, la vergogna s’uno sfondo di sberleffi cruenti.
|
|